Cronaca Carrarese. Polonia

[p.1] In questo capitolo trata alcune storie ocorsse nel detto milesimo nel reame d'Ongaria soto papa Urbano Sesto di chui per fin qui ò deto davati 1385.

Lasando adunche la guerra del Friuli prencipiata farssi e la trama de Viniciani ordirsse col magnifico signor misser Antonio dela Scala, signore de Verona contra lo innocente signor de Padoa, misser Federico da Carara, dirò adunche quello che a me è manifesto nel tempo presente. Dovete sapere che vivendo la clara e bona mimoria del somo re Aluixe d'Ongaria, il quale fu al suo tempo el più potente re e signore del mondo fra christiani, fu il più temuto re dagl'infedele che fusse al mondo dopo la morte de Charlo Maino inperadore, e gran parte dela Turchia sotomisse a sua corona per tale che re de XI reami de turchi robelli dela nostra lezze. E fu questo quello re che con sua possa e forza privò l'alteza e gloria dela potente signoria di Vinexia, del'onperio de Romania, e dela Dalmacia e dela Corvacia. E privatoli del dominio e dela città di Zara come apare nele scriture de mio padre, fecieli privare del titolo suo el quale scrivea: Dus Veneciarum et Dalmacie et Corvacie et totun inperium romanie ecc. E volse che più non scrivesse cotale titolo, ma scrivesse: Dux Veneciarum ecc. Costui personalmente disexe in Italia con LX mila chavali e asediò la città del Trevixo e convene con misser Zuane Dolfin, duxe de Vinexia, li sorascriti pati e con altre cose asai, come apare per iscrito il covere [sic] de mie precesori nel 1357.

Dopo questo retornò in Ongaria e fece mirabelle e alte cose, signorezando e regiendo adunche costui con prosperitade e nudo retrovandosse de eredi maschi, e solo con due femine sue figliole deliberò maritarle, dele quale l'una chiamata Maria, l'altra Lodovicha, e de queste fecie due matrimonii cioè che la prima che fu mona Maria promisse per ispoxa al marchexe de Brandinborgh, chiamato Sigismondo, figliolo che fu Charlo Inperadore e fra delo Vincislao Inperadore. L'altra cioè mona Lodoviga promisse al dux Guielmo de Storich, i quali due spoxi tenia nela soa corte regalmente honorando come figlioli. E mentre che vivete il detto re sempre apresso a lui nel reame tene i deti spoxi. Dopo la morte sua che fu nel 1384 si partirono i deti spoxi e tornarono a repatriare ale loro chaxe. Remaxe adunche el reame [p.2] al regimento e governo del primogenito che fu il re Maria con la madre e la sorella. E fu per li baroni del reame a lei dato hubidiencia. Dopo alchun tempo nacque fra baroni del reame odio e guerra pestifera come spesso adviene nele corte. Fu una parte di baroni del reame che cerchò de ochupare i matrimonii soradetti, ciò fu il vescovo di Xagabria, el conte Nicolò da Zara, e messer Nicolò da Chanixa con più altri baroni cerchò di dare el re Maria per ispoxa al re Luixe, figliolo del duca d'Angiò. E mandò a lui in França anbasadori e fermò il matrimonio. Le predeti cose fu sentite per messer Stefano vaivoda, el conte Zuane bano, el priore de Laurana. E subito per oviare a tanto male, scrisse al'onperadore in Boemia che dovesse mandare il fratello Sigismondo, marchese de Brandinborgh inn Ongaria a lui narrando la chaxione e a ciò che lui venisse sichuro, il vaivoda li andria incontro con 10 mila chavali d'omini d'arme. E così subito handò e tolse el deto Sigismondo suso la sua testa e quello condusse a Visgra, dove era il re Maria e la madre con molti altri baroni del reame. Venutoli incontro eli sopra la champagna, texi più padiglioni e travache e tende, salozarono co n molta festa e subitto Sigismondo spoxò la donna re Maria e spoxata andarono a letarssi sotto ad una tenda di veluto molto richa e li stetero tuto quelo giorno e la notte futura a darssi amoroxo piacerri; carnalmente consumarono il matrimonio. Fatta l'alba tuta chiara e levati i due sposi dal'amoroso piacere, husirono dela tenda e presente ala madre e più barono, anbi due giurarono essere compito ognuno di loro il suo volere carnale e matrimonialemente. E per questo fu fato a Visgra e per lo paexe solene feste, le qual cose sentite el vescovo di Xagabria e Nicolò, conte de Gara, di presente scrisse al re Aluixe in Franza che non si movesse però ch'el matrimonio non potrà avere luogo fra lui e ‘l re Maria conciosia ch'el marchexe de Brandiburgh avea con lei matrimonialemente conosuto amoroso diletto. El re Aluixe che già s'era mosso con più de XV mila persone, si retene e malcontento volsse fare tagliare la testa al conte Nicolò da Chanixa ch'era con lui a condurlo. Ma pure vinto se medesimo si retene e con bona licencia lo rimandò in Hongaria.

[p.3] Come il conte de Litoa si batizò e fecesse bon christiano per avere per mogliere la raina Lodovigha.

Dovete sapere che per tute parte choreva la nominanza dela clarità e splendida beleza dela raina Lodovigha d'Ongaria, figliuola del grande re Aluixe di chui ò detto. E se quella non fusse stata promessa dal padre al duxe Guielmo de Ostorich, quela saria stata richiesta da molti principi, ma per non inzuria, il duxe Guielmo sorastavano. Ma pure amore il quale puote ciò ch'el vole, avea per fama sì ardentemente posto il segno suo con la dolcieca del suo razzo nel petto del valoroxo conte de Litoa e signore de Rossia infedele e rebelante dela nostra fede, figluolo che fu de Sadoch, re de Polana, vinto e morto da re Aluixe antidetto. E sotoposto il suo regno e da questo amore sentiva tanta beatitudine che niuno altro gaudio poteva a lui essere posto più ch'el rasionare di quella soma beleza dela raina Lodoviga e più e più volte avea per soi messi e per lettere scrito ala madre che, se volea darli quella donna per isposa, si voleva in tuto batizarsi e farssi bon christiano con tuto il suo paexe e faria fare il fratello con tuti soi popoli. La madre di questo mai non avea detto alcuna cosa ala fiyola. Ma hora vedendossi dimessa del stato e dila possa per la potencia del vaivoda e dei soi colegati, segretamente se intexe col vescovo di Xagabria e con i conti: Nicolò de Zara e Nicolò de Chanixa de dare la reina Lodoviga al conte de Litoa e farlo fare christiano e de darli el reame de Polana in dota e farlo re e questo per avere lei più spale e più possa nel reame. Quelli subito per dispetto consentì e confortò la raina Malgarita che a questo non desse indusia e confortassi la fiyola a tuore il conte de Litoa per isposo. L'alta reina alora si misse con vigorose forze ala mirabile inprexa e con tempo tolse il muodo di dimostrare ala fiyola quanto bene seguirebe, se lei volesse ala sua volontà consentire, e quanto a Dio questo sarebe acepto che per lei sola tante migliara e migliarra d'anime perdute e danate al'onferno, se potesse per lei faressi salve e venire al santo batesimo. E d'oltra questo, quanta gloria ella aquisterebe nel mondo apresso il somo pontifico, apresso in grandi re, duchi, marchexi, conti, prin cipi, e signori, e fra i popoli christiani, racordandoli quanta fu la fatica del padre con le sanguinoxe bataglie a vincere el re de Polana per farlo fare bon christiano né mai potè venirli fato e già per questo molti in le bataie, nele guerre, molte migliara d'omini e di populi per sotometerli ala nostra santa fede christiana. E ora lei [p.4] sanza colpo di spada potea vinzere colui ch'à vinto il padre e degli altri popoli, monstrandoli con que’ dolcie e amabile armi, ella poteva vincere sì grande vincitore, le quale arme era solamente charità e amore. E con queste e de molte altre sante e honeste parole mostrò la madre ala chara figliuola quello perché ella dovea consentire a tuore il novo sposo e lasare l'altro, primo a lei dato per lo padre più anni avanti. L'alta raina Lodovigha, quantunche che ella fusse giovinetta, exercitava sempre l'animo con pensiero di vechio costume. E vedendo la madre avere posto fine al suo rasionamento e per inteletto conosuta la sua volontà con brevità de parole consentì ala madre e solo uno pensiero la indusse pensando quanto bene era a dedure tante anime al servisio de Christo e lei sola esserne chasione ad ampliare la fede nostra mossa più al benificio del rechato de quelle anime che ad alcun altro suo piacere e benificio, e subito isscrisse al dus Guielmo, suo spoxo una pistoletta ornata de divine parole, da lui togliendo licencia di rimaritarssi col detto conte de Litoa per bene dela christiana fede. Che diremo adunche di costei felice per nasimento, splendida de ornamento, e di tanta beleza che non solo a quel tempo fu veduto ella avanzasse per formosità tute l'altre donne, ma fu albitrata piutosto imacine celestiale cha mortale per la quale ella merita ogni laude. Consentì al matrimonio con caritativo amore non abiando a schiffo i vituperosi costumi, le inlaudabile varietade de barbari, le descostumate lezze de infedelle, sperando redurli a christiani esempii: scripsse adunche ella al conte de Litoa che per lei venisse con sue giente per batizarssi ed ella saria in Polana ad aspetarllo con soi baroni. E batizato che fusse el toria per marito e inchoronerebello per lo reame de Polana e quello li volea dare per dotta. E in brieve dì così fu adepido tuto quello che fu necesario a tanto fatto. Queste cose molto despiaque al re Maria, soa sorella e al marito e al vaivoda e ali altri baroni dela contraria parte. Inchoronato il conte e fato re di Polana e batiçato per le mane del vescovo di Xagabria el fradello e più altri baroni infedelli fati veri e boni christiani, la raina Lodovigha scrisse e mandò a Roma al papa a notificarli quello ch'ella per bene e honor e acrisimento dela fede christiana avea fatto, pregandolo che li piacesse questo dispensare e de per ben stato fato. Il papa laudabilemente comendò la valorosa [p.5] raina avere ben fato e dispensato il matrimonio e, a confermacione di quello, mandò per legato in quelle parte monsignor chardinalle fra Bonaventura dela nobelle prole da Peraga, padoano, homo di santa e bona vitta e di soma sapienza, il quale andò e fu dal re de Polana e dala raina con soma divocione e ferma fede ricievuto. E per lo somo pontifico con fermò il divoto matrimonio. Eli nel paxe messe più santi homini, i quali amaestrò quilli ch'erano fati christiani nela fede christiana batizossi tuta Rossia, e Litoa, e la Polana, i quali dapuo in qua sono stati sotto el regimento e confalone del segno dela santa croce. Fecie il deto fra Bonaventura in quelo paexe molti vescovadi, badie, prioradi e più altri beneficii i quali celabrano il santo officio di Dio. Dopo questo, con boni modi, il deto cardinale riconciliò insieme le due raine sorelle con Sigismon do. El paexe eli dimorò fino al piacere del somo pontifico, amaestrando quelli de quilli paexi.