Relazione di Pietro Duodo

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Relatione di Polonia del Clarissimo Signore Pietro Duodo, l’anno 1598, 39

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Tutta questa relatione sarà indirizzata, come a scopo, all’amicizia che si potesse contragger con questo Regno, et prima considererò le cause che possono muover li Polloni ad unirsi a questa Serenissima Repubblica: contuttorché per lo passato para che poco l’habbino cercata et al presente se ne mostrino desiderosi; è molto cospicuo dalla richiesta che ànno fatto d’Ambasciatore per esser assistente alle nozze, et dalla domanda di un Ambasciatore ordinario, che ad altro fine non può essere ricercato, che per revivificare l’antica amicizia di questa Repubblica con quel Regno. Ma le ragioni che gl’inducono a ciò fare possono essere queste: il vedere che la posanza del turco non solamente sempre va crescendo, ma anco se gl’è andata sempre molto accortando, et particolarmente coll’acquisto della Valachia, et Moldavia che altre volte volevano essere tributarie della Polonia, et anco questo pare che continuamente per le loro discordie, vadano le sue forze scemando l’antica riputazione, le quali potrebbero un giorno prender tal crollo per l’adherentie che per aventura potrebbo[4v]no havere un giorno qualunque parte di questi principati che disentono dal Re; onde per fare un contrapeso alle forze turchesche, il quale potesse fare co’ suoi motivi notabile diversione, ovvero divisione delle forze dei turchi, seranno sempre pronti a mantenere l’amicizia di Vostra Signoria, la quale apporteria notabilissimo beneficio in quei bisogni che per aventura potrebbono occorrere per gli effetti che potrebbono parturir i moti dei Polloni contra turchi, i quali sarieno di tant amaggior considerazione quanto la diversione sarebbe più lontana dalle parti marittime di Vostra Signoria et che quei luoghi che da ciascheduna delle parti fossero presi non potrebbero esser presi dall’altra, né anco per l’incomodità sarebbono desiderati, il che suol sempre esser pestifero veneno di tutte le leghe; et anco per la vicinità del pericolo che soprastarebbe a’ turchi, havendo a resister alla potenza de’ Polloni, che co’ suoi confini non si allontana più da Costantinopoli che per lo viaggio di 9 settimane per luoghi piani, facili, et privi in tutto et per tutto di fortezze, onde facil cosa sarebbe[5r]il farle sentire qualunque grave percossa, essendo pronti gli animi della maggior parte de’ grandi ad offendere il turco, et havendo per le loro gran forze i Polloni comodità di farlo. Per poter fondatamente discorrere i benefici che si potessero ricevere all’unione de’ Poloni, è necessario prima di sapere particolarmente: le qualità dello stato, et il governo di quel Regno, perché quelle deliberazioni sono ben fondate, et sono congiunte all’interesse proprio.

È diviso il Regno di Polonia in X parti principali, l’una chiamata Polonia, la quale comprende sotto di sé la Polonia maggiore et minore, la Prussia, la Pomerania, parte della Slesia, parte della Moravia, la Moscovia, et la Russia. L’altra è detta Lituania la quale ha sotto di sé queste provincie, la Lituania, la Chiovia, la Podolia, la Voldinia, la Samogisia et la Licconia. Fra tutte le principali Provincie la Polonia maggiore ottiene il principato, nella quale particolarmente è situata la città di Gnesna principale di tutto il Regno per esser[5v]stata fondata da Laco fondatore di tutto il Regno dei Poloni, il quale con molte genti partitosi dalla Sithia andò ad habitare in quei luoghi, essendovi un’altra banda di genti che si partirono seco, andate ad habitare una parte dell’Ongheria nella Schiavonia che da essi fu così denominata, essendo tutti detti Schiavi.

Questa città di Gnesna è fabbricata in luogo paludoso, dove molti uccelli volevano fare il loro nido, et però fu così nominata perché Gnas in lor lingua vuol dir luogo dove uccelli vogliono far nido. Questa città ha il suo Arcivescovo il quale è Legato nato di Polonia, Primate del Regno, e presidente delle Diete che si fanno in occasione delle elettioni del Re: questo non volse esser presente alla celebrazione delle nozze; poiché pretendeva di havere la precedenza dal Cardinale Radziwil come legato nato, et per questo anco è poi unito col Gran Cancelliero benché se ne sia escusato, et in questa Dieta si tratterà contro il Cardinale a sua Istanza, come contro quello che habbiahavuto questa legatione in pregiudicio del[6r]Legatonato, et in conseguenza delle ragioni et previleggi del Regno. Ma si scusa il Cardinale dicendo non l’haver procurata; ma essendogli stata data da Sua Santità non poteva far di manco di non l’udire come prelato.

Confina questa provincia da Levante con la Moscovia, et con la Lituania, da Ponente con la Sassonia, et col marchesato di Brandemburgh, da Mezzogiorno11Ms. Mezzo-giorno. con la Polonia minore, et da tramontana con la Pomerania, et con la Prussia. Confina questo Regno da levante con la Moscovia; dalla parte di Livonia et Lituania più verso Mezzogiorno con Tartari che obbediscono al Precopenselungo il fiume Boristene, et più a basso sino allo sboccar di detto fiume con li Canscisci et Circassi sudditi del Precopense il quale estende il suo paese da quelli confini fino al Tanai ultimo termine dell’Europa. Da queste parti vi sono delitti grandisssimi per le continue correrie dei Tartari, che continuamente vanno guereggiando coll’abruggiare et distrugger i paesi nemici passan[6v]do il fiume Boristene a guazzo. Da ponente confina il Regno di Polonia con parte della Moravia, et della Slesia che sono soggette in parte all’Imperatore come Re di Boemia, et in parte al Regno di Polonia con la Sassonia, col marchesato di Brandemburgh, et con quella parte, et con quella parte di Pomerania che non obbedisce a questa corona fino al mar Baltico, et da questa parte per lungo tratto che à per confine il fiume Odera. Da mezzogiorno s’estende fino al mar maggiore per tutto quel tratto che è tra la bocca del fiume Boristene et Niester, alla bocca de’ quali fiumi ànno i turchi due fortezze, Rezaronca nello spontar del Boristene, et Bialogorod alla bocca del Niester. Tra questi due fumi habitano Cosacchi, gente valorosissima di numero di forze 12 mila, o, 15 mila i quali sono una mescolanza di Poloni, Lituani, Moldavi, Valacchi, Turchi, Italiani, et d’ogni altra natione, vivono per l’ordinario di rapire come fanno Uscochi, particolarmente fanno gran depapulone (sic!) contro i Tartari, et spes[7r]se volte gl’impediscono il penetrar molto a dentro nella Polonia, per le scorrerie che essi fanno ne’ loro paesi, giacché essi trattano di entrar in Polonia. Contro turchi anco sanno spesse volte progressi grandissimi et ultimamente 1200 di essi con un Vaivoda scacciato di Moldavia ruppero una grandissima quantità di turchi et Moldavi, et si sarebbono22 Ms. serebbono anco fatti sentire più oltre se non erano traditi da esso Vaivoda. Vivono questi Cosacchi sotto l’obbedienza del Regno di Polonia, et in occasione di guerra con qualche stipendio tutti andarieno al suo servitio. Dopo il mar confina con turchi per la Moldavia, et è tributaria a quell’imperio con la Bessarabia, Bulgaria, con la Transilvania, et con l’Ongheria. Dalla Moldavia et Bulgaria li separa il fiume Niester, il quale è solo ostacolo ai turchi per entrare nella Polonia; vicino al qual fiume non ànno Poloni altra fortezza che Cameniez.

Vi sono oltre di questo altri popoli detti - - - - per i quali confina con turchi che sono sottoposti a Polloni; dalla [7v]qual parte resteria questo Regno molto esposto alle forze turchesche quando pervenissero questi popoli sotto la sua obbedienza. Tra la Transilvania et l’Ongheria vi sono alcuni popoli molto valorosi detti Siculi, i quali confinano con l’una et l’altra di queste province, et obbediscono al Re di Polonia come Duca di Lituania. Più oltre verso gli ultimi confini verso ponente è terminata questa provincia dal Monte Capatho che la divide dall’Ungheria. Da tramontana beve il regno di Polonia sul mar Baltico fino alla Livonia, per la quale confina dall’altra parte del Regno verso il Polo, col Ducato di Finlandia soggetto al Re di Svethia, et col Moscovita.

À questo regno sotto di sé 13 grandissime provincie Prussia, Pomerania, Slesia, Moravia, Polonia maggiore Polonia minore, Russia, Podolia, Lituania, Liconia, Samogezia33 Ms. Samogesia, Mazzonia et Volhinia. Dopo la Polonia maggiore segue la Prussia, che per la sua facilità et comodità del trafico marittimo è la principale provincia della Polonia. Questa è divisa in due parti,[8r]in Regia la quale è immediatamente soggetta al Re di Polonia, et Ducal, la quale ha il proprio Duca, che però è tributario et feudatario dei Polloni. Tine il Re in questa provincia Manemburgh, che per esser situata al fiume Vistola in mezzo a paludi nella cima di un monte, è giudicata in tutto et per tutto inespugnabile, onde questo luogo può mirabilmente per mantenere quei popoli in freno et nella devotione del Re. Risiede il Duca in Monte Regal. Questa provincia per lo passato è stata habitata da popoli ferocissimi in tutto e per tutto nemici della religione Christiana; ma poi fu ridotta al nuovo culto divino da i cavalieri Teuthonici, nel modo che di sotto si narrerà.

44Nota marginale: Teutonici OrderQuesta Religione hebbe origine in Tolemaide al tempo che per le guerre di quelle parti vi passavano spesso eserciti Christiani, onde essendo tra le altre fiate in una occasione passato molti nobili et ricchi Alemani, alcuni di essi, che furono giustiziati, per rimediar ai disagi che pativano i poveri soldati in quelle parti, istituirono[8v] in Tolemaide un hospitale, ove nutrivano i poveri, et vi assegnarono grosse entrate, le quali furono accresciute da Balduino, re di Gerusalemme, che ne edificò uno simile in Costantinopoli sotto la cura di questi stessi che si chiamavano cavallieri hospitalari di S.Maria, et vivevano sotto le regole di S.Agostino. Queste in breve tempo accrebbero grandemente in numero et ricchezze, et nel loro numero non accettavano alcuno che non fosse tedesco et nobile, dal che furono poi detti teuthonici. Questi essendo stati i Chrisitani di tutta terrasanta si ritirarono in Germania ove li trovavano in tempo che i Prutoni molestavano grandemente i Polloni, ma molto più i Sassoni, onde dal Duca di Sassonia essendo stato addimandato soccorso all’Imperatore contro questi popoli, l’Imperatore gli mandò 20 mila di questi cavalieri teuthonici, ai quali concesse in feudo questa provincia che col suo molto valore soggiogarono et ridussero al vero culto divino. Questi per lungo tempo si sono mantenuti in possesso di questa provincia, guereggiando continuamente con Polloni, da’ [9r]quali finalmente sotto il Re Sigismondo, o Casimiro, restarono affatto rotti, et cederono gran parte del loro dominio a’ Polloni, et finalmente questa provincia del 1500 nel Marchese Alberto di Brandemburgh, il quale dal 1511 fino al 21 guereggiò continuamente col Regno di Polonia, dal quale finalmente fu sforzato a rendersi tributario, et a ricever da quel Re l’investitura che prima haveva ricusato di accettare. Di questo Alberto è nato Alberto Federico, ma è mentecapto et però è al governo di quel Ducato il Marchese Giorgio Federico, suo cugino stretto parente dell’Elettore et Amministrator d’Ala, che è proprio titolo del primogenito dell’Elettore, e gli rende questo Vescovato di entrata 200mila talleri. Questo Marchese Federico à per moglie una Duchessa55 Ms. duchezza di Cleves, della quale ha una sola figlia che disegnavano di maritare al figlio dell’Amministratore d’Ala per la quale potrebbe pretendere non solamente il Ducato di Prussia, ma ancoil ducato di Einlich con tutto che Polloni pretendono che questo ducato sia feudo solamente[9v]mascolino, et che non trapassi i colaterali; benché in contrario il Marchese Giorgio Federico asserisca di haver ricevuto l’investitura dal Re Stefano Batteri anco per se stesso, benché sia collaterale, et per tutti i collaterali, et anco per le femmine, d’onde da questa parte potrebbono con qualche tempo nascer grandi disturbi, et viene perciò grandemente imputato il Re Stefano per haver fatto una investitura così pregiudiziale alla corona che però pretendono Polacchi che si annulla, et di nessun valore. Dopo che il marchese Alberto, padre del presente, appostatò, che fu del 1518, et prese moglie contro l’ordine della religione teutonica, l’heresia prese gran piede in quella provincia la quale per fertilità di paese, per grandezza di trafico, per la comodità del mare, per la copia di molte città et castelli, viene riputata la prima della Polonia, et confina da levante con la Lithuania, da ponente con la Pomerania ove è terminata dal Vistola; da Mezzogiorno con la Lituania, con la Moscovia, et con la Polo[10r]nia maggiore et da tramontana con la Samogezia et col mar Baltico. Riceve il Regno di Polonia notabilissimi benefici, per moltissimi rispetti, ma specialmente per le commodità del mare che per suo mezzo gode, per il quale facilmente smaltisce et transmette nelle provincie lontane tutte quelle merci, vettovaglie, et munitioni che copiosamente nascono in quel Regno, et che sopravvanzano a’ suoi bisogni.

Del 575 Vidicurto /?/ Re di questa provincia innanzi si sacrificasse a’ suoi Dei nel fuoco, essendo 116 anni, divise il suo regno alli figliuoli, al primo che ebbe nome Lipho diede la Lituitania inferiore, al 2˚ che aveva nome Zamo la Zamia, al 3˚ Sudo, Sudacia, al 4˚Nadroo la Nadrocia, al 5˚ Sclavonio, Sclavonia, al 6˚ Natasio, Natasia, al 7˚ Bartonio, Bartonia, all’8ᵒ Galindo, Galinvia, al 9˚ Varmo, Varmia, a X˚ Voso, Vosonia, al XI˚ Pomeso, Pomesaria, al XII˚ Chelmo, Chelmia, le quali tutte furono così chiamate dai loro nomi. Occorse molto tempo dopo che essendo nella Galindia moltiplicati gli abi[10v]tatori, che l’ubertà del paese non poteva pascerli, feccero un editto che niuna Baila potesse per due anni lattar alcuno fanciullo, et perché noncontrafacessero a questo comandamento, tagliarono a tutte le donne le poppe; onde esse per vendicarsi, persuasero a’ loro mariti l’andare alla guerra disarmati contro Poloni, et questo fecero col mezzo di una profetezza, alla quale essi prestavano molta fede, la quale perciò gli prometteva certa vittoria onde elli seguirono quanto raccomandò et primieramente fugarono il nemico; ma poi accorgendosi i Polloni che essi erano disarmati, ne fecero si fatta strage, che mai più ebbero bisogno i Galindi di mandar fuori gente, o di pensar anuove previsioni giacché il suo paese non sia stato bastante a nudrirli.

Dopo questa segue la Pomerania, suddita in gran parte alla Polonia, questa da levante confina con la Prussia, da ponente col Ducato di Slesia, la qual città è la principale della regione et è situata di là dal fiume Odera, oltre il quale non si estendono i confini del [11r] Regno di Polonia da questa parte: da Mezzogiorno a il marchesato di Brandembergh, et parte della Polonia maggiore et da tramontana è per tutto bagnata dal mar Baltico. In questa provincia vicino al fiume Vistola et al mare è situata la città di Danzica principalissimo emporio di tutto il settentrione si che alle volte vi concorre tanta di tutto il settentrione si che alle volte vi concorre tanta quantità di navi, et nel suo posto se ne numerano 200, 300 et anco fino a 500. Questa città, per lo passato, è stata hora raccomandata al Re di Polonia, et alle volte anco se gli è ribellata, et si è governata da sé come ultimamente fece sotto il Re Stefano Batteri, il quale dopo haverla travagliata molto tempo con la guerra, finalmente l’hebbe con gli patti di cedere al Re la metà dei dacii di tutta la Città, che importava allora 250 mila denari, ma all’incontro ottennero la libertà di accrescere per metà le loro impositioni, si che non sminuiscono punto le loro entrate. Questa città per mure, bastioni et per sito è fortificata ma non ha proprie artiglierie, o altre munitioni spettanti alla guerra, et questo perché dal Re non gli vengano richieste[11v] et perché facilmente di queste simil materie si può servire da quel gran numero di vascelli che giornalmente si trovano in quel porto.

Ha anco il Re autorità di elegger il Borgomastro della Città essendo però tenuto di eleggerlo o Cittadino di essa, ovvero suo confidente. Questa città è unita di stretta confederazione con tutte le città Vandaliche, che sono tutte quelle terre marittime che ascendono al numero di 72, capo delle quali è Lubecti, et ànno queste città tante forze, che col loro aiuto puote Danzica mantener per lungo tempo la guerra col Re Stefano; et tanto confidava nelle sue forze, che nell’ultima giornata che fece con il Re, havevano Danzicani portato seco le manette di ferro per metter a prigioni, che indubitatamente tenevano di dover fare. Queste città ne’ tempi passati hanno scacciato i Re di Svezia, et di Danimarca delli suoi regni; et in molti altri ne ànno fatto conoscer le loro forze. Sono chiamate Vandaliche per esser situate nella Vandalia, dalla quale uscirono [12r] i Vandali, che per molto tempo scorsero l’Italia, la Germania, la Francia et finamente si fermarono in Ispagna, et in Africa del dominio delle qual provincie furono spogliati a tempo di Giustiniano Imperatore et furono così chiamati da Voanda loro Regina, la quale diede picciol principio alla Città di Cracovia, la quale si annegò nel fiume Vistola, onde essendosi dopo alcuni giorni ritrovato il suo corpo in una riva del fiume appresso questi popoli, quella Provincia fu poi detta Vandalia. In questa Città di Danzica si fanno grandissimi trafichi, perché tutti i formenti et altre biade di Polonia concorrono in questa città, dalla quale sono poi transmessi in Bania, Zelanda, Olanda, Fiandra, Spagna, Portogallo, et anco in Italia come occorre l’anno passato, et dalle suddette provincie si portano poi spetierie, vini et altre merci, delle quali mancano in quei paesi.

Sono Danzicani richissimi et continuamente vanno molto accrescendo il loro avere; perché non si può vendere alcuna esterna ad altri che a cittadini, i qua[12v]li perciò comperano a buon mercato, et vendono caro, del che molto si dogliono Poloni, giacché convengono spendere le sue entrate, che tutte si smaltiscono in questa città con disvantaggio. Sono Danzicani uniti con Poloni per l’interesse loro cavando molti benefici dal trafico che ànno con essi; et all’incontro sono essi Poloni ben affetti verso essi, giacché per loro mezzo ànno comodità di vendere et smaltire le loro entrate che altrimenti66 Ms. altrimente con dificoltà espedirebbono.

Dalla navigazione di queste città Vandali che ricevono notabilissimi benefici tutti i luoghi soggetti al Re di Spagna, essendo per suo mezzo forniti di vettovaglie, monitioni et altri apprestamenti per fabricare vascelli; come anco per fornirsene in altre cose spettanti alla guerra, servindosi anche Sua Maestà di gran numero di Vascelli di queste parti quando vuol fare armata marittima, et nelle flotte che sempre per la maggiore parte sono fatte di questi Navili; onde la Regina d’Inghilterra à sempre tentato per ogni via possibile d’impedire [13r] la navigazione di ponente a queste navi; ma esse per fuggir gl’impedimenti circondavano ne’ loro viaggi la Scotia, allargandosi quanto più possono dall’Inghilterra, temendo de’ vascelli di corso della Regina, de’ quali ella ne’ à forze d’intorno ad 800 al presente. Ha anco tentato la Regina col mezzo del Re di Dania d’impedir questo viaggio, il che potrebbe esser da lui agevolmente fatto mettendole impedimento al passare lo stretto di Dania; ma ciò forse non sarà mai da lui eseguito, perché da una sua gabella che pagano tutti questi vascelli nel passar quello stretto, al Re, egli viene a cavare la maggiore parte delle sue entrate, delle quali non si vorrebbe in tutto privare; ma pur potrebbe anco occorrere per la parentella che lui à col re di Scotia, il quale forse succederà nel regno d’Inghilterra et perché la vicinità che à colla potenza di Spagna dalla parte della Frizia orientate gli riusciria forse sospetta, saria per aventura a qualche tempo facile l’indurlo ad interrompere questa navigazione.

[13v] Tralasciando alcune altre minor provincie, passerò alla Lithuania principalissima parte di questo Imperio, et lasciando da parte alcune di quelle particolari che appartengono ad essa principalmente, parlerò della Lithuania da levante con la Moscovia, con la tramontana, et con li Candasci e Circassi. Da ponenti con la Voltinia, Moscovia et Samogethia. Da mezzogiorno con la Russia bianca la quale è divisa dal Boristene in due parti, la maggiore che e di là obbedisce a’ Moscoviti, la minore che77 Ms. e di … che testo aggiunto è di qua è soggetta ai Poloni et con questa la Lithuania et con la Podolia. Da tramontana confina con la Livonia et con la Moscovia. In questa provincia vi sono 7 Vescovati et un Arcivescovato che è Vilna, Metropoli di questa provincia. 6 Incluse in essa il Ducato di Chiova che anticamente era separato et dai duchi di Lithuania le fu aggiunto. In questo Ducato vi erano dalla parte dei Tartari vaghissime solitudini, le quali si vanno coltivando et habitando per la diligenza del Palatin[14r] Costantin di Hiovia il quale à ridotto que’ luoghi in così buoni termini, che ove prima non si habitava, al presente si potrebbono fare 6 mila cavalli per la grande abbondanza di Coloni che vi à condotto: vi sono molti Principi, et Conti nobili, i quali sono sì poveri, che per vivere sono costretti ad attendere all’aratro, sdegnandosi perciò essi di essere annoiati altrimenti che per nobili. Dall’altra parte vi sono Prencipi d’importanza, tra i quali principal luogo tengono quei di casa Herosoho (sic!), la discendenza dei quali si è estinta, essendosi rimasta una figlia sola.

Dopo questi seguono quelli di Casa Raddivil88 Radziwiłł che al presente sono molto amati et stimati da Sua Maestà, la quale sentì grandissimo dolore della morte ultimamente seguita dal Marescial di Lithuania, fratello del Cardinale et del Duca di Olisha, il qual Cardinale è si ben affetto verso questa Serenissima Repubblica che non potrebbe mostrare più evidenti segni se fosse Venetiano. Questa provincia è abondantissima di boschi pieni d’infeniti legnami di varie sorti, et di moltissime paludi, siché[14v]non si può comodamente far viaggio in essa se non il verno con gran ghiacci, ovvero l’estate con gran caldo. È fertilissima et dicono che in essa si fa tal prova che abbruggiano i Contadini da S. Piero, S. Polo moltissimi legnami coperti di strame et nella cenere che resta seminano il grano, dal quale ne cavano l’istesso anno abondantissimo frutto. È pervenuta questa provincia sotto il dominio della Polonia in questo modo. Morì il Re Lodovico di Polonia, et d’Ongheria del 1405, et havendo lasciato due figliuole la più giovane chiamata Heduvvige (sic!) fu sposata da Jagellone Duca di Lituania con condizione ch’egli e tutti li suoi popoli accettassero la fede di Cristo, et ch’egli unisse la Lituania col Regno di Polonia; fu a prima cosa subitamente eseguita, ma sopra l’unione si trovarono molte difficoltà, le quali tuttavia durano con pretesti; facendosi in ogni Dieta pretesti sopra questa materia, presumendo la Madre del presente Re la Regina Anna, et le altre due sorelle di esser heredi di questo Ducato che con si poteva per Jagellone alienare. [15r] Per satisfare anco Lituani in questa unione fu determinato che le deliberazioni spettanti all’universal del Regno si facessero per membri, et corpi, et non per voti presenti per ciascheduno per testa, si che facendosi in questo ultimo modo per essere Lituani inferiori di numero ai Poloni sarebbero stati esclusi affatto dalle deliberazioni. Questi membri sono formati di nobili, Prencipi, et Prelati, restando la plebe affatto esclusa da ogni autorità.

La Livonia da levante confina con Moscoviti, et con Lituani, da Ponente col mare Livonio; da Mezzogiorno pur con Lituani, et Samogezi, et da tramontana con Moscoviti, et col Re di Svetia. Questa provincia è stata delle ultime a ricevere la fede Cattolica, et la ricevè per mezzo de’ Pruteni et de’ Cavallieri Theutonici, essendo che in questa Provincia fu introdotta una nuova religione de Cavallieri, i quali sopra un habito99 Ms. un’habito lungo portavano disegnate alcune spade incrocciate, onde furono chiamati Ensiferi et havevano privilegio di dir messa con la [15v] corazza et con la spada al fianco. Questi si unirono con teuronici, et fecero gran progresso, ma poi la lor potentia scemò in modo che questa provincia restò per la maggiore parte soggetta a’ Moscoviti, i quali ne furono spogliati dal valore del Re Stefano Batteri nella pace che dal 1581 fece col Moscovita, il quale li cesse libero il dominio di gran parte di essa. È adunque la maggior parte a’ Poloni soggetta restandone però di parte padrone il Moscovita ancora, et di altra il Re di Svetia, per il dominio della quale è sempre guerra tra loro. App(ress)o questa provincia vi sono i Lapponi popoli che ànno lingua così defferente da tutti gli altri et loro vicini che non sono da alcuno intesi, onde contrattano solo con cenni. È Riga principal città della Provincia per le facende mercantili, per la sedia dell’Arcivescovato et per esser Metropoli della regione, et forse la più forte di tutto il Regno, è situata sul mare, ove sbocca il fiume Dvina per il quale sono in essa trasportate tutte le cose, delle quali [16r] abonda la Lituania, che poi sono trasmesse nelle altre provincie più occidentali, è l’Arcivescovato richissimo. Dopo Vilna vi è Deupe dove risedeva il Gran Maestro dei Ensiferi et al presente vi si trova la curia, o parlamento di tutta la Provincia. Dopo questa è Rivalsi, città marittima et molto mercantile, ove gli anni passati si abboccò il presente Re col Re di Svetia suo Padre.

Considerato con quella maggiore brevità che è stato possibile il paese, segue hora il trattare delle forze, della copia de’ viveri et munitione della fortezza del Regno, et poi passerò al governo. Siccome questo Regno è stato dalla natura dotato di grandissima fertilità di biade, così è totalmente privo di vino. Di biade ve ne è in tanta copia, che si esse sono vendute gran parte de i paesi occidentali, oltre il consumo grande che si fa di esse in tutta la Provincia et regno nel far quella loro bevanda detta birra o cericosa. Tutta la plebe bene di questo liquore perché il gran costo de’ vini fa che solo i ricchi ne [16v] possino bere, valendo sino 200 scudi la botte. Questi vini sono portati nel Regno d’Ongheria, d’Austria, di Stiria, di Friul et di Candia, questi per due parti sonotrasportati nella Polonia, l’una per via d’Inghilterra et di Danzica, per la qual strada ne va però poca quantità, l’altra per via di Costantinopoli: dal mar maggiore et del Danubio. Sarebbe molto facile fosse il deviar questa strada con grandissimo beneficio di questa Repubblica perché andando per via di Costantinopoli prima li arrichisse chi non si dovrebbe; doppo in occasion di rottura gli vascelli che fanno questo viaggio insieme con quella marinaressa, sarebbero perduti, onde si potria farli condurre a Venetia et di qua per acqua fino a Bolzan, da Bolzan fino in Hispruch per terra, da Hispruch a Vienna per acqua, et da Vienna in Cracovia per terra non ascenderia per […] a 15 giornate, dove quelli che li conducono per lo mar maggiore dopo haverlo condotto gran pezzo per contrario per lo Danubio per moltissime giornate, sono sforzati di attraversare la Valachia, parte della Moldavia, et Bessa[17r]rabia prima che eschino ne i confini del Regno. Alcuni di questi principali Signori Poloni mi rifersero inoltre che in tempo di sospetto de’ turchi saria forse ben mandar buona quantità di questi vascelli sotto pretesto di andar a portar merci alla bocca del Danubio nel mar maggiore che potrebbono apportar gran danno ai turchi sturbando tutte le provincie d’Armati, et di vettovaglie che sogliono far turchi per tutto quel Reame.

Le forze terrestri di questo Regno sono grandissime perché tutta la nobiltà è obligata servir à cavallo alla guerra senza altro soldo, et chi è legittimamente impedito è obbligato mandar persona sufficiente in quel luogo, et ascenderia il numero di questi obbligati tra la Polonia et la Lituania à 250 mila cavalli, ma giacché tutti non concorrono potrebbe di Polonia tiarsi100 mila, et dalla Lituania 50 mila, militia da piedi non si trova in gran numero, ma dalla prudenza del Re Stefanofu principiato a introdurla, stipendiando egli alcuni Ongari, il che diede gran sospetto ai Austriaci che dubitavano che questo Re col Mezzo della benevolenza [17v] di questa natione procurasse di spogliarli affatto dell’Ongheria, et perché continuò questo Re à trarne anche in tempo di pace 400 mila. Per guardia della sua persona, si dolevano i Polacchi, che la cura della vita del loro re fosse concessa a stranieri; ma poi è stata seguita tale introdutione da tutti i prencipali del Regno che a’ suoi servizi ne tengono, si che al presente potrassi nel Regno farne un numero di 15mila gente eletissima che continuamente sta nell’armi. Queste genti tutte stanno sotto i lor Palatini, et sono tutte gente buonissima, et nel numero de’ cavalli ve ne sariano più di 40 mila che stariano al paro delli nostri huomini d’arme. Di queste forze difficilmente si potria servire il Re contro Moscovia, et contro Tartari per li campi deserti, che sono nei loro confini, si che saria necessario condur dietro all’esercito una infinità di sorte di vettovaglie, et munitioni, come occorse quando il Re Sigismondo Augusto andò contro il Moscovita con 16 mila cavalli, et 400 mila fanti, che gli necessario condurli dietro [18r] 40 mila sariaggi di 4 cavalli l’uno per il bisogno del suo esercito. Ma contro la Germania et contro turchi facilmente si possono servire di tutte queste genti per la fertilità et comodità de’ paesi ove entrassero. Sono infatti molto valorosi i Poloni come dalla lettura delle Istorie si può comprendere.

Quanto s’aspetta alle forze marittime, se ben non si legge, che questi Re habbino mai posto armate potenti in mare, tuttavia lo potrebbono fare agevolmente per la molta comodità che hanno quelle città marittime di molti vascelli, et per la comodità di poterne agevolmente fabricar di nuovi per gran copia di tutte le altre cose necessarie per metter all’ordine un’Armata, le quali in quel Regno sono molto vulgariche. Mi è stato affermato che un vascello di 800 botte meno di tutto posto all’ordine non passa 10 mila ducati onde la Signoria Vostra potrebbe da’ quei luoghi averne a basso prezzo sino una quantità di 100 et 200, et anco potrebbe quando li volesse fabricare secondo l’uso di questi [18v] nostri paesi, mandare 2, o, 3 proti in quelle parti i quali trovarieno grandissima quantità di maestranze. Potriano questi vascelli carichi di formenti venirsene in questa città portando seco delle segale e altre biade che assicurate venerieno facilissimamente.

Haveva intentione il Re Stefano di fabricare sopra il Boristene un Arsenale, et tenervi preparata grande armata, la quale scorrendo per questo fiume preserveria la Polonia dalle incursioni dei Tartari che lo passano a guazzo, et in qualche occasion di lega troverebbe commodità di valersene in molestar Costantinopoli, privandolo delle commodità di quel mare, il quale potrebbe con una altra armata Christiana, che si trovasse in Arcipelago, esser privo di ogni aiuto, di viver munitione et commodità di fare Armata. Hanno Turchi alla bocca questo fiume la fortezza di Orczakowa la quale potrebbe esser presa. È ben vero che la bocca di esso si va continuamente atterrando, il che potrebbe anco con arte esser procurato da turchi per [19r] assicurarsi da quella parte; ma potrebbe con qualche poca d’industria esser anco cascata. La fortezza di questo Regno è posta solamente nelle lor militie perché non hanno niuna o pochissime fortezze, et sono poi tutte anco fabbricate di legnami grossissimi de’ quali ne ànno gran copia. Hanno per frontiere contro turchi Canienez et Liopoli più à dentro, né altre fortezze ànno. Volevano gli antecedenti Re fortificare Cracovia, ma non le fu permesso da’ Polacchi che vogliono che la sicurezza consista ne’ loro propri petti, et non vogliono dar occasione, che i suoi Re si faccino tirrani.

Ma perché le forze prendono qualità dalla diversità dei sudditi et dalla poca o molta affettione verso il loro Principe sarà a proposito considerare principalmente la religione perché prima universalmente parlando i Poloni vivono alla latina, et i Lituani specialmente; il popolo minuto vive alla greca tanto che in una città bene spesso si trovano 2 Vescovati et alle volte un latino, un greco, un armeno, i quali ànno il loro proprio gregge, le loro [19v] chiese et lor sacrifici. Et nel rito greco si conformano i Lituani coi Moscoviti lor vicini. Oltre questa diversità vi è anche una quantità di hebrei per tutto il Regno, il che vien giudicato che siano la quarta parte; et sono in si gran numero che in lor mano è posta tutta la mercantia essendo ella giudicata meccanica, et indegna di nobile, et giacché non è limitata1010 Ms. limitato la vendita delle usure le fanno di ogni somma scarmando et la plebe et la nobiltà, sono volentieri tolleranti per le gravi imposizioni che vengono lor poste, et ultimamente in 100 massi di Gebellini che furono mandati a Costantinopoli furono pagati da hebrei, et allora asborsarono più 40 mila ducati. Vi si trova quantità di Luterani specialmente Calvinisti i quali avrebbero grandemente dopo l’Apostasia del Marchese Alberto Gran Maestro et Duca di Prussia, il quale contro il rito della sua religione si maritò.

Di questi se ne trovano in ogni parte del Regno; ma Vilna specialmente è piena, di modo che vi sono genti di 12 riti in essa. Solo il Ducato di Moscovia si mantiene libero et netto da queste inflettioni, et in [20r] esso sono perseguitati fino all’ultimo supplizio gli heretici, sicché non ardiscono non pur di firmarsi, ma neanco di farli passaggio onde a quelli heretici che si mostrano desiderosi del martirio dicono i suoi seguaci che vadino a predicare in Moscovia. Oltre a queste 4 principali sete vi è restata anco un poca di gentilità ritrovandosi in essa alcune genti idolatre che adorano un serpente piccolo di color nero che se ne sta ordinariamente in luogo vicino al focolare et sogliono onorarlo in questo modo. Gli apparecchiano in certo giorno in mezzo la casa la tavola, et tutti stanno con veneratione d’intorno, et quando non mangia, l’hanno per pessimo augurio, et questi tali sono per la maggior parte nella Samogetia. Riferiscono alcuni ancora che nelle istesse parti alcuni demoni per tirar più facilmente gli huomini al loro falso culto se li fanno tanto famigliari, che li servono nel coltivare le terre, et negli affari domestici, il che sebben pare incredibile, pure li affermano persone degne di fede. Fu anco per lo passato opinione [20v]di alcuni che in queste parti fosse l’inferno per la gran copia di maligni spiriti che si trovano.

Quanto alla trattation dei popoli, la nobiltà universalmente è trascorsa in tanta licenza per la suprema autorità che ella à nelle Diete, che non à freno alcuno di legge ad altri ordini et la ritengono. Il popolo minuto et specialmente i Contadini sono talmente si mareggiati dai nobili, che appena possono dire di haver libero l’alito, et sopra gli altri quei di Lituania, i quali ben che raccolgano abondantemente tuttocciò non gli ne resta per nudrire le sue famiglie, et questi ancora si possono dire avventurati rispetto a quelli che habitano la Moscovia che son vicini a turchi et tartari. Resta a trattar del governo che è l’anima di ogni Repubblica due sorte di adunanze ànno i Poloni, l’una di Senato che ordinariamente risiede appresso la persona del Re, et l’autorità di deliberar delle cose occorrenti; l’altra le Diete, et sogliono concorrere per l’elettione del Re, et per deliberazioni delle cose più importanti [21r] appartenenti al Regno tutto. Oltre a questa ve ne è un’altra che si chiama Roria1111 Si tratta di “rokosz”, quando una parte della nobiltà malcontenta et disgustata delle cose presenti si raduna insieme, e sia ne consiglia quelle cose che à da proporre alla Dieta per rimedio del presente governo, et pensa di sturbare qualche attione come a dire il sempre convenuto di Andreovia raccolto dal Gran Cancelliere, e da quei altri che seguono la sua autorità per stare a diverse attioni del Re.

Il Senato è composto di 140 persone che sono 13 Vescovi, 2 Arcivescovi, 32 Prelati, 37 Castellani maggiori 49 minori, il gran Cancelliere, et il Vice-Cancelliere di tutto il Regnim 2 Maraciali maggiori et 2 minori di Polonia, et di Lituania, 2 Thesorieri un per provincia, et la persona del Re che fanno 140. Non può il Re senza il Senato giudicar la causa dei nobili, far pace, leghe, tregue, guerre, maritarsi et ascoltar Ambasciatori o far altra attione publica. L’ordine delle deliberazioni del Senato procede a questo modo. Propone il Gran Cancelliere la materia specifica, la quale si ha da discorrere, et ognun dice l’opinion [21v] sua, restando ultimo il Re, et quello s’intende perciò che è stato parer dei più onde l’autorità del Re non si estende più che di qualunque altro Senatore. È ben vero che appartenendosi al Re il dar gli uffici del Regno che ascendono alla somma di 40 mila et 2 et 3 mille1212 Ms. mile talleri et fino 100 mila di entrata per questa strada egli à comodità di farsi molti Senatori partiali, et anco perché a lui tocca il surrogare in luogo de i morti i nuovi Senatori onde per questa via si fa degli adherenti, sogliono questi Senatori nel dir le loro opinioni esser molto lunghi, facendo moltissimi di essi professione di eloquenza onde alle volte consultano giorni intieri senza deliberare cosa alcuna et nel dir le loro opinioni parlano ancora tanto ordinatamente l’un contro l’altro increpando le loro attioni, e biasimando quelle anco del proprio Re, che pare che sia gran miracolo che non venghino alle armi, essendo essi soliti di portarle in Senato. Sono continuate le deliberazioni di questo Consiglio dal Gran Cancelliere o Vice-Cancelliere in sua assenza, et appresso questi il sigillo regio si trova, che dà [22r] spirito e forza a tutte le loro deliberazioni. Ma in questi disgusti che sono tra il Re et il Cancelliere, il Re per privarlo della sua autorità fece un editto che non havesse alcun vigor di sigillo maggiore che si attrovava appresso il Gran Cancelliere se non era unito col minore che era appresso di lui onde venne a privarlo della prerogativa et fece un altro ordine poi che il sigillo minore havesse tutta la forza et il poterem creò anche un Vice-Cancelliero totalmente contrario et nemico al Cancelliero per infringer maggiormente la sua potenza sostituendo in luoco di un nemico un amicissimo. La Dieta è una radunanza di tutta la nobiltà la quale o per se stessa vi concorre, o per via di nunci, et si suole intimare solamente dal Re, se ben pare che questa ultima sia stata convocata dal Convento di Andreovia1313 Ms. Andreoccia per li X di Marzo, et suo esser chiamata per la creatione del Re, dall’Arcivescovo di Boesna, et di simili bisogni concernenti l’interesse comune; tutte le materia che s’ànno da trattare nella Dieta, si consultano prima naturalmente1414 Ms. maturalmente in Senato, et dopo fatti che [22v] si è la risoluzione si spediscono le materie insieme con la risoluzione a tutte le provincie del Regno, nelle quali immediatamente i Palatini fanno i particolari conventi di ciascheduna1515 Ms. ciasheduna Provincia, convocando tutti i nobili i quali particolarmente considerando le proposte che gli vengono fatte, fanno le loro risoluzioni sopra di esse, et con queste poi o che essi in persona vanno alla Dieta, ovvero mandano i loro nunti con autorità di accortarsi a quello, che giudicheranno di beneficio publico et di quella particolar Provincia, con ordine particolare di non si scortar dalle loro deliberazioni et in queste Diete quel che dalla maggior parte vien preso è tenuto fermo et ratto. Nel consultare, sogliono alle volte una parte o tutti i nunzi scortarsi dagli altri, et consultar separatamente et poi riferir le lor opinioni. Duravano per lo passato queste lor Diete fino 3 giorni; ma poi per la moltitudine degli affari et lunghezza delle materie si è andato sempre allungando il tempo, si che durano hora 6 settimane, nel qual tempo non havendo conchiuso cosa alcuna essi si disciolgono, il che suole [23r] occorrere molte volte, perché nei primi giorni non si attende per ordinario ad altro che a banchetti, nel che superano i Germani, stando fin X et più hore a tavola; dove passato il tempo in 6, o sette giorni sono poi astretti a deliberar et terminar il tutto, il che alle volte non può succedere per la diversità et dificoltà delle materie, si che poi si partono altrettanto confusi di quello che prima. Non havevano già luogo determinato per raccor essa Dieta, ma1616 Ms. Mà al presente per comodo de’ Lithuani, si raduna ordinariamente in Varsovia Città della Moscovia che per esser posta quasi nel centro di tutto il Regno è molto comoda a tutte le provincie.

Qui s’intima la Dieta per far creatione di un nuovo Re, l’Arcivescovodi Bresna come Viceré et Legato nato di quel Regno ha autorità di convocarla, et è pretendente. Et quando si ha da fare l’elettione sono admessi nella Dieta gli Ambasciatori di quei Prencipi forastieri, o Pyasti (che vuol dire del loro paese) che concorrono, i quali espongono le promesse dei loro Prencipi, narrano i molti benefici che riceveriano dalla loro elettione, [23v] et si affatticano in persuaderli a divenire all’elettione di quello che essi favoriscono. Fatto questo, dopo che essi con pratiche secrete et con doni hanno fatto i loro appartati uffici, si viene allo scrutinio in questi modi. Si nota sopra una carta il nome di uno dei competitori, et a quello si notano di sotto tutti i voti, che lo favoriscono, et così fanno di ciascheduno di essi, et quello poi che à maggior numero di voti e che passa la metà vien publicato Re dall’Arcivescovo se ben in questa ultima elettione i gran Maresciali la promulgarono il che alterò molto l’animo dell’Arcivescovo. In questa ultima elettione concorsero molti Principi forestieri, et Pyasti, et principalmente il Duca di Moscovia il quale per la conformità del rito Greco era portato da’ Lituani per l’inimicità che à con Heretici di ogni sorte da Massoni et per le grandi offerte, che faceva da molti altri, offerendosi di unire in perpetuo il suo stato alla corona di Polonia. Dall’altra parte era escluso da Poloni, dalla fattione del Gran Cancelliere, dagli adherenti della Regina Anna moglie del Re Stefano, et dall’Arcivescovo di Bresna et oltre [24r] questo il rispetto di far dispiacere al turco riteneva tutti et la natura sua molto tirranica, et crudele in tutto defferente da quella del Gran Duca Hodero presente; ma più di ogni altro il rispetto del turco li apportava danno, giacché essendo quel Regno tutto esposto alle sue forze, hanno tutti quei Signori grandissima cura di non irritarlo, et massime in tempo d’interregno, che la provincia tutta è ripiena di dissentio, et poco manco, che di guerre civili dove facilmente potria la potenza del turco far gran progressi contro di essi, et specialmente quando occorresse che la nobiltà fra se stessa divisa facesse elettione di due o più Re non volendosi acquetare a questo fosse stato fatto dalla maggiore parte, la qual cosa potrebbe un giorno per avventura1717 Ms. Peravventura esser la rovina di quella provincia, potendo da una parte esser chiamate le forze del turco in suo aiuto, le quali finalmente spogliando i propri re del loro regno si fariano padroni del tutto, come è occorso in Ongheria, che volendo Ferdinando sostentar con la forza le ragioni, che haveva sopra quel regno, né volendo la Regina, né i Baroni vederli le [23v] pretensioni del Re pupillo, si gettarono nelle braccia di Solimano, il quale per questa strada s’impadronì della maggior parte di quella provincia che per lungo tempo era stata frontiera et propugnacolo della Christianità, il che potrebbe succedere anco al Re di Polonia, quando l’Arciduca Massimiliano in occasione d’Interregno volesse con la forza sostentar le pretentioni et titolo che usa il Re di Polonia. Vedendo questi fautori del Duca di Moscovia non poter per le ragioni allegate ottenere il suo intento, si volsero a portar innanzi Massimiliano Arciduca d’Austria, il quale da’ Lituani era favorito per la stretta congiuntione che à la casa d’Austria col Moscovita, et da Moscovi per la stessa inimicitia che ànno con gli heretici, et da altri era portato per la dipendenza che haveano con la casa d’Austria, et con l’Imperatore et per le promesse gagliarde che gli erano fatte; onde vedendosi allo scruttinio hebbe 40mila voti che si sottoscrissero al suo nome. Ma essendo favorito dal turco, et portato dalla fattione del Gran Cancelliero della Regina Anna, et di molti altri [25r] baroni principali, il presente Re fu eletto con maggiore numero de’ voti, et perché alcuni principali fautori della casa d’Austria non assentivano a questa elettione, ritviarono forse 60 della Dieta, et alcuni altri del Senato in luogo separato dagli altri, et portando innanzi Massimiliano lo pubblicarono lor Re. Sopra questi deboli fondamenti sono appoggiate le ragioni de’ Arciducali, ma vedendo Massimiliano che bisognava con la forza conquistar quel titolo che da si pochi lo era concesso, assoldò un esercito 14mila cavalli, et 2 mila fanti col quale entrò ne’ confini del Regno, et al principio li successi li erano così prosperi, che per inavertenza dei Capitani propri più che per la resistenza degli avversari non prese Cracovia. Ma dopo sopraggiungendo il Gran Cancelliero con un grosso esercito, et venendovi alla giornata, restò esso Massimiliano [in] prigione, et fu mandato a custodir in una fortezza di esso Cancelliere a i confini de i turchi; et essendosi molte volte trattato sopra la sua liberazione finalmente fu conchiuso di liberarlo con obbligo che questo prima egli fosse giunto nelle terre dell’Imperio ratificasse i Caporali che avea promesso in Polo[25v]nia, tra quali vi era la cessione di tutte le ragioni che pretendeva sopra il Regno, et la deposizione del titolo di Re di Polonia, che s’haveva usurpato, le quali cose non furono poi ratificate, perché essendo accompagnato ai confini Massimiliano da 150 cavalli soli, et dovendo esser incontrato da altrettanti di Alemani, questi furono più di 600; onde non volse giurar, et i Poloni inferiori non lo poterono costringer: da che à havuto origine la dificoltà che nacque nella trattazione del matrimonio perché essendosi universalmente conchiuso di dar l’Arciduchessa Anna al Re con quelle condizioni che per lo passato si erano maritate altre Principesse di casa d’Austria ne’ passati Re di Polonia che sono di dote di 40mila talleri, gli Ambasciatori che andarono a levar la spora volevano che l’Imperatore giurasse et ratificasse i Capitoli conchiusi in Polonia, il che da lui era negato di dover fare, non essendo (come diceva) in sua balia il costringer Massimiliano a rinuntiar il titolo di Re di Polonia. Ma finalmente furono composte queste dificoltà includendosi nella scrittura del matrimonio i Capitoli della pace à quali sottoscrisse [26r] l’Imperatore parendo tuttavia che solo sottoscrivesse a quelli del matrimonio.

Ma giacché la cognizione del presente Stato di quel Regno depende dalla notitia delle discordie che in esso viveno, è necessario haver qualche sentor di esser per compita intelligenza. Il Gran Cancelliero era per lo passato non solo unito al Re, ma è stato ancora in gran parte causa della sua elettione; l’origine dei disgusti che a presente regnano è stata questa; pretendeva il Gran Cancelliero che gli Ambasciatori del presente Re quando egli prima tentava la assuntione alla corona avessero1818 Ms. àvessero promesso di unire il Regno di Polonia et incorporarlo con resto della Livonia, quella parte di essa provincia che dal Re di Svetia suo Padre du tolta a’ Moscoviti, per la qual tuttora guareggiano, onde essendogli una volta in una Dieta publica rinfaciata da esso questa promessa, rispose il Re che i suoi Ambasciatori non havevano havuto tale autorità, et replicando il Gran Cancelliero sopra tale mancamento, il Re alterato rispose, et messe la mano alla spada, partì dalla Dieta[26v] et fu pericolo perciò quel giorno che non sucedesse qualche notabile fattione, se la prudenza del Re non havesse mitigato lo sdegno conceputo. Questo disgusto è stato cresciuto per la vacanza dell’Arcivescovo di Cracovia, ricchissimo di 200 mila talleri di entrata, giacché havendo permesso il Re questo Arcivescovato al Cardinale Batteri et con una sua lettera richiesta a Sua Santità che confermasse questa elettione, giacché questo Cardinale era adherente al Gran Cancelliero si risolse poco dopo Sua Maestà di restringersi maggiormente con quei di casa Radizicil nemici di esso Gran Cancelliero et per avanti suoi poco confidenti per haver che opporre alla sua autorità; onde scrisse un’altra lettera al Papa per ottener la confermazione da lui fatta in Arcivescovato di Cracovia dal Cardinale Radizicil et perché la prima lettera si trovasse appresso il Gran Cancelliero et era sigillata col sigillo maggiore fece il Re un editto che le signature datte solamente col sigillo maggiore fossero di nuin valore senza l’aggiunta del minor sigillo; ma quelle fatte col minor solamente il quale si trovava appo di esso[27r] fossero ferme, et valide, il che tolse in un istesso tempo l’autorità del Cancelliere et anco a quella lettera scritta in favore del Batteri; onde il Batteri si unì col Gran Cancelliere vedendosi privo del Vescovato, il quale è restato nel libero possesso del Radizicil che prima era Vescovo di Vilna. È vero che due opposizioni le vengono fatte, una che non possi esser Vescovo di Cracovia uno che non sia nato Polacco; ma questa è risoluta giacché prova il Cardinale che anco altri Lituani et forastieri hanno goduto questo Vescovato; l’altra accusa che gli danno è perché habbia procurato la legatione di Polonia in pregiudicio delli privilegi di quel Regno, et dell’Arcivescovo di Bresna che è legato nato di tutta la Polonia, ma a questo risponde non l’haver ricercata; ma che essendogli data dal Papa suo supremo Signore in quanto egli è prelato, non poteva senza incorrere in irregolarità ricusar di accertarla. Non è cosa alcuna che più si opponga al queto suo possesso, che la volontà del Duca suo fratello, il quale più tosto desideria che nella persona del Cardinale continuasse il Vescovato di Vilna, che quello di Cracovia, giacché ha[27v]vendo egli molti figliuoli, et disegnando anco di arrichirli, et aggrandirli con i beni, et con la dignità eccioche conosce chiaramente che più facil cosa le sarebbe il far continuar il Vescovato di Vilna nella sua casa, che quello di Cracovia, nel quale pare quasi necessario che dovesse succedere qualche Polacco. Questo Cardinale Radzicil è persona molta affettionata a questa Repubblica et ne à sempre parlato con grande honore et riverenza ha per fratello il Duca di Olica, compitissimo Principe et era fratello del Marchese di Lituania, che tempo fa è passato a miglior vita, la cui morte apportò grandissimo dolore a tutta la corte; ma in particolare alla persona del Re che lo amava cordialissimamente, vedendosi privo di un honoratissimo et compitissimo cavaliere, che in ogni attione faceva nobilissima riuscita.

Oltre le cose fin qui1919 Ms. quì narrate, si è molto accresciuta la difficenza per non dir aperta inimicitia del Re, et del Cancelliero per il matrimonio ultimamente fatto, giacché pretendeva il Cancelliero che s’aspettasse alla Dieta Generale maritar il Re; et che ciò senza la sua autorità non si potesse fare; per il che fu radunato il convento[28r]di Andreovia2020 Ms. Andreonia, et, come dicono per disturbar questo maritaggio; per il che si va comprendendo dalle persone intendenti, che con questi suoi andamenti, il Cancelliero procurasse di accellerar o indur il Re a partirsi del Regno attraversando ogni sua attione; al chi vede chiaramente che è necessario che il Re in qualche tempo debba condescendere; giacché trovandosi il padre Re di Svetia di poco senno, et essendosi pochi anni fa maritato, ha regnato un figliuolo maschio al quale pare che più sia inclinata la volontà del Padre che al primogenito, ma essendo egli di tenuissima età, resterebbe facilmente escluso quando quei popoli sperassero di havere altro Re, che con la sua presenza assistesse al governo di quel Regno. Oltre di questo ha il presente Re di Polonia un fratello di suo Padre che ancor egli aspira al Regno, et quando occorresse che la persona del Re in occasione d’interregno fosse lontana, facilmente ottenirebbe il suo intento, essendo Persona assai potente, possendendo il Ducato di Ostrogovia. Per queste ragioni vede il Gran Cancelliero che è necessario che il Re se ne passi in Svetia per accomodar le cose di quel Regno, le quali [28v] fecero anco vedere, che quando il presente Re nel principio del suo Regno andò a Revalia, in Livonia, per abboccarsi col Padre, che ei allora dovesse passare nel Regno paterno, ma essendo il Re savio et prudente non si risolverà così facilmente a passare il mare; giacché poi le potrebbe avvenire che in un istesso tempo restasse primo d’ambidue i Regni; essendo che il Cancelliere con la sua fattione et con la maggior parte del Regno mossa dalla sua autorità non resteria sola senza sufficiente contrapeso, deveneria a nuova elettione, et procurerebbe con ogni spirito di farla cader nella sua persona, che per la sua molta autorità, per lo suo valore, et per esser capo, et Generale di tutta la militia del Regno, il quale carico è annesso al Gran Cancellierato, possa con molta dificoltà ottenere; et dall’altra resterebbe anco facilmente escluso del Regno di Svetia per la non molto buona volontà che è tra lui et suo Padre, essendo questo cattolico, et quello Heretico; et per la potenza del Zio; onde non è da credere [29r] che si debba partire. È ben vero che come li fosse concesso l’haver di questo suo matrimonio figliuoli maschi all’hora restano il Regno di Polonia per sua lontananza perché nell’eletione del nuovo Re non si suole far torto mai alla prole del Re morto potrebbe all’hora facilmente determinare di passarsene nel regno paterno, et pigliarsene il possesso per unirlo poi nella sua discendenza col Regno di Polonia il che sarebbe con di grande accrescimento di forze et di riputatione di quel ambitiosissimo Regno, et per questa ragione hanno i consultori del Re hanno procurato ogni impossibile di concludere il matrimonio per istabilir maggiormente le cose del Regno, per aggrandir la sua potenza, per conservarli in quiete, essendo cosa facilissima che negli interregni possa fra loro nascer qualche guerra civile, et per proveder anco quando alla successione che pretende il Re di havere nel Regno di Svetia, la quale saria in tutto frustratoria et vana quando potesse andare a prendere il legittimo [28v] possesso. Dall’altra parte i seguaci del Cancelliere hanno con ogni loro spirito procurato d’impedir le pratiche del matrimonio per indebolir maggiormente la parte del Re, privarlo di successione, et per inforzarlo per questo rispetto a tornarsene in Svetia. Ha appreso anco un poco augmento la similtà tra il Re et il Cancelliere per l’elettione che à fatto il Re di Vice-Cancelliere, la qual dignità à concesso a persona in tutto et per tutto altrettanto confidente di Sua Maestà quanto nemica et diffidente del Cancelliere giacché non potendosi fare quasi alcuna cosa senza l’autorità del Cancelliere et Vice-Cancelliere essendo quello che ne è stato privato totalmente dipendente dal Cancelliere, il che impediva non mediocremente le attioni del Re, fece risolutione Sua Maestà insieme col Senato di privarlo del suo grado, et sostituirli persona dipendente sa sé. Col Gran Cancelliere è unito il Cardinale Batteri per il comune interesse si del Vescovato di Cracovia come dell’aspirare alla corona che d’ambedue è desiderata et [30r] procurata. Con questi si trova Arcivescovo di Bresna per oltraggio che pretende haver ricevuto dal Cardinale Radizicil che come legato del Pontefice, è stato assistente in queste nozze in pregiudicio dei suoiprivilegi, et con questi sono uniti molti nobili per la grande autorità et molto seguito che essi ànno et da essi si può dire che sia stato intimato la Dieta per li X settembre di questo anno del 1592 con tutto che il chiamare le Diete si aspetti solamente al Re. Molte cose pretendono questi, che il Re abbia fatto contro le leggi, et le usanze del Regno le quali vogliono poponere alla Dieta, acciocché siano discusse et ventilate. L’haver dato il Vescovato di Cracovia al Radizicil contro le leggi del Regno, et contro la prima concessione fatta al Batteri; l’essersi maritato senza haver il consentimento della Dieta, l’haver fatto molte gioie fuori del thesoro regio per farne denari, contro le leggi del Regno, et l’haverne anco dato molte alla Regina che non le resituirà più: la massima del [30v] mandar Ambasciatori a questa Serenissima Repubblica. Le opinioni che di sopra sono tanto raccontate, che dall’Arcivescovo di Bresna al Cardinale Radizicil, la confermatione delle tregue col Moscovita, le quali finirono l’anno passato, et furono confermate per altri 15anni futuri, nel che si attrovano molte dificoltà perché volevano Poloni comprendere in esse anco il Regno di Svetia, il che fu sempre ricusato da’ Moscoviti, per la pretesa che ànno fatto i Sveti di gran paesi appartenenti alla Moscovia ne’ confini della Livonia; ma finalmente furono confermate con patto che fosse lecito ai Poloni mandar qualche poco numero di gente in aiuto di Sveti senza consenso pubblico; però si tratterà medesimamente sopra la promessa che asserisce il Gran Cancelliere esser stata fatta dagli Ambasciatori di Regno, che erano alla Dieta per procurar la sua elettione di unir la parte della Lituania che obbedisce alla Svetia al Regno di Polonia, et di preveder alli disordini che possono nascere negli interregni et[31r] molte altre cose di grandissima importanza.

Ma tra tante turbolentie et discordie pare che sia aperta una strada per acquetar gran parte di queste dissentioni, per essersi ultimamente maritata una figlia che fu del Palatino di Cracovia et per parte di madre viene ad esser nepote del Cardinale Radizicil in un nepote e figlio del Gran Cancelliero, dal quale nuovo parentato potrebbe per avventura occorrere che si acquetassero tutti questi tumulti, i quali non fanno per il Cancelliere ne anco tornano conto al Re et publicamente d’Arciduchessa Anna oltre della presente Regina escortò nel suo partire di Cracovia con ogni suo potere il genero a rapacificarsi col Cancelliero affermando che non si saria trovato mezzo alcuno che le avesse confermato il Regno più quieto, più pacifico, et con maggiore sicurtà che l’amicitia di questo principalissimo Barone. Dall’altra tarte anco il Cancelliero restando privo di tutte le grosse entrate che cavava de’ suoi molto uffici le quali ascendevano la somma 150 mila talleri di entrata, ne havendo altro patrimonio che la rendita di 10 mila talleri facilmente si po[31v]trebbe rapacificare per godere le sue entrate, et anco per non esser causa della rovina di quel Regno, vedendo massime che il matrimonio che haveva pensato di sturbare col convento di Andreovia2121 Ms. Andreonia non si poteva più sciogliere, si che facilmente si potria trovar qualche accomodamento, ritornando in gran beneficio di ambe le parti, la qual cosa ritorneria quel Regno nella sua pristina riputazione et potenza, che quando le cose continuassero questi termini resteria debole et privo di escistimone.

L’entrata del Re passa la somma di 950mila talleri, 500mila ne cava dalla Polonia, et 450 mila dalla Lituania, come Gran Duca di questa Provincia, et di questi danari il Re fa le sue spese di casa, paga Ambasciatori, li presidi, et spende nel fare i ponti, et nel racconciare le strade di tutto il Regno. Quando si fa la guerra entro ai confini del Regno, tutti sono obbligati a servire senza paga; parlando po’ de’ Nobili, per li molti privilegi che godono si nell’esser esenti da ogni carico et contributione, come nelle cose della giustitia criminale; perché chi amass[32r]sa un nobile, o sia nobile o no, se è preso nel termine di 24 ore dopo commesso il delitto perde la vita, se dopo questo tempo, quando è nobile con pocca condennagione è liberato, et se non è nobile castigato serissimamente per il Cancelliero quando un nobile ammassa un plebeo con una piccola condennagione resta affatto libero dall’omicidio. Oltre queste entrate ordinarie, che si appropriano al Re, hanno due modi di cavar danaro da tutto il Regno ne’ suoi urgenti bisogni di guerra: il primo è una certa gravezza simile a quella che in queste parti si chiama Campadego, per la quale di ogni determinata quantità di terreni si paga un tanto, dalla quale sogliono come essi dicono 2 milioni2222 Ms. milioni o 3 al più di talleri. Un’altra via essi hanno che chiamano contributione capitale, nella quale per ogni testa si fa pagare un tanto, dalla quale cavano X o XII milioni di talleri, ben che alcuni dicono fino a 17. Queste gravezze s’impongono solamente nei bisogni maggiori del Regno, et già tempo quando si dubitava, che turchi si muovessero contro questa potenza, si riscossero ambedue.

[32v] Sono stato particolarmente mandato a questa Legatione per rallegrarmi del matrimonio seguito tra il Re et l’Arciduchessa Anna, figliuola del già Arciduca Carlo; non mi potei trovare al principio della solennità che fu fatta, per gl’impedimenti che si opposero alla mia partita, come anco gran parte dei Signori del Regno che erano apparecchiati si trattenero vedendo la difficoltà che haveva questa conclusione, et molti non si apparecchiarono, pensando che certo non dovesse seguire, et altri non ci concorsero per esser de’ seguaci del Gran Cancelliero, con tutto questo si trovava in Cracovia grandissimo numero dei principali nobili del Regno, i quali furono ad incontrare insieme col Re la Regine, ascendevano al numero di 4 mila cavalli tutti guerniti di vestimenti d’oro, et ricamati di perle, et di altre gioie, si che facevano una bellissima et superbissima mostra; tra tutte le feste che furono fatte, et altri giuochi per queste allegrezze, oltre infiniti suntuosissimi banchetti, nel che questa natione è molto immensa, furono fatte molte giostre a campo aperto con [33r] ferri molati da molti cavallieri che non portavano altre armi da difesa che la targa nelle quali con tuttocché si rompessero molte lancie, nessuno però di essi restò ferito, ne meno leggiermente fu tocco, il che fu cosa di stupore. Fui banchettato dal Re insieme con tutta la mia compagnia splendissimamente et sono stato accarezzato grandemente da tutti quei principali Signori i quali mostrano di portare grande riverenza a questa Serenissima Repubblica che nei suoi bisogni potrà sempre fare gran fondamento delle forze di quel Regno contra turchi, quando le prime discordie che sono tra essi si acquetassero per interesse comune di deprimere questo universale nemico, il quale è anche già ardentemente considerato dal Duca di Moscovia, il quale in una importante occasione potrebbe unire le sue forze co’ Poloni, le quali accresceriano grandemente la potenza dell’uno, et dell’altro; et si moveria anco il Moscovita anco anco da sé solo, se havesse facile l’hadito per passare a’ suoi danni; ma non può agevolmente farlo senza il transito per il Regno di Polonia, et tanto più facile sarebbe l’incitar[33v]lo a questa impresa, quando fosse unito con Poloni, quanto che non solamente lo desiderava; ma anco perdendo il titolo d’Imperatore di Costantinopoli che quando dal papa gli fosse concesso, mentre egli si movesse con Poloni contro Turchi, accenderia maggiormente l’animo suo et faciliteria grandemente l’impresa, come anco il Re di Svetia saria pronto a soccorrer la Serenissima Venetia havendo egli anco nel tempo dell’ultima guerra offerto per servitio della lega 50 navi armate a sue spese, et grosso numero di artiglieria; della quale afferma non haverne 16 mila pezzi; et se ben effettuò più altro du che non si venne in prova di questa richiesta, et la pace poco dopo seguì.Vestono i popoli di questo Regno la maggior parte all’Ongheria2323 Ms. Onghera, vivono delitiosamente, et sono amatori per lo più de’ forastieri, et particolarmente della nobiltà Venetiana.

Quanto alla persona del Re è di statura mediocre, et di presenza regale; et per quello che alcuni affermano simile al Re Sigismondo, il suo nome è Sigismondo 3˚, è di età di 24 anni, di pelo biondo, di molto consiglio, et grave prudenza ben che non sia molto esperimen[34r]tato nei governi di Stato. Dalla parte di padre et di madre ha nobilissimo linguaggio, perché l’avo paterno fu Gostavo, che fuggito dalla prigionia de’ Dani, et arrivato che fu in Svetia tanto operò con suo valore, et con la sua prudenza che dalla nobiltà fu innalzato al Regno nel quale valentemente e saviamente si mantenne, lasciò dopo di se 3 figliuoli Henrico primogenito, che il successe nel Regno il quale per la sua natura tirannica fu 4 anni dopo la morte del Padre scacciato dal Regno da i fratelli et dalla nobiltà nell’anno 1507... Giovanni secondogenito il quale vedendosi nella privazione del frello padron delle forze del Regno s’impossessò della corona, che fino al dì di oggi gode, et di questo è nato il presente Re di Polonia. Federico 3˚fratello Duca di Ostrogovia restò escluso dal fratello Giovanni. Da parte di madre discende da una figliuola del Re Sigismondo, che possono affermare di haver trasportato nel Regno una pianta, che discende dal tronco della casa Jagellonessa se ben per via di femina. Della qual casa hanno havuto Poloni cinque potentissimi Re, che ànno [34v] grandemente accresciuto il loro Regno; la Regina Anna Zia del Re et già moglie del Re Stefano Batteri viveva ancor essa insieme col Re, et pretende di haver la precedenza della Regina sposa; onde quando fui per visitar la Regina sposa, alcuni mi si fecero incontro per condurmi alla Regina Zia et persuadermi di andar prima a Lei; ma io non volsi andarvi il che fu molto caro al Re che desidera che la moglie sia più stimata; onde non passa buona intelligenza con la Regina Zia. La Regina regnante è di età di anni 19, piccola di corpo, di belle et gratiose fatezze, et di maniere gentili, et amata singolarmente dal Re, et ama vicendevolmente esso Re. La principessa di Svetia sorella del Re si trovava ancor essa in Cracovia, la quale è infetta di heresia, et per tutto conduce secondo i suoi falsi predicatori, et i suoi sacrificanti secondo il suo rito, il che apportò gran dispiacere a cavallieri Poloni i quali per inanzi mai havevano veduto nell’habitazione et Castello del Re sacrificarsi se non da Cattolici et predicarsi altro che la vera parola di Dio; del che essendone avvertito il Re fece che[35r] la Principessa andasse alquanto ritenuta, la quale per questa discrepanza di religione non si tratteniria molto nel Regno. Il presente che feci alla Regina riuscì2424 Ms. riusci graditissimo et fu posto in sito che fece bellissima vista, et nel partirmi volse il Re honorarmi del grado di Cavalliero et insieme donarmi di quella catena che pende ai piedi di Vostra Signoria.

Nel viaggio mi è occorso complir con l’Arciduca Ferdinando secondo gli ordini di Vostra Signoria dal quale ricevei in parole et in effetti pronta dimostrazione come anco mi è occorso con l’Arciduca Ernesto in Vienna, il quale usò sempre parole honorate et piene di affetto verso Vostra Signoria nel negotio de i formenti, ma si duole che lo tenghi per tanto tempo imprecato per tali affari con troppo sua grave spesa.

Ho goduto in questo mio viaggio la compagnia del Chiarissimo Signore Francesco Soranzo, del Clarissimo Signore Filippo Bon, del Clarissimo Signore Alvize Bragadin, del Signore Massimo Valier, del Signore M’Antonio Corner, di messer Alvise Duodo mio fratello, di messer Ministro Loredan, et del Signore Lorenzo Giustinian Commendator, de’ quali tutti per le loro rare qualità si può sperar honoratissima riuscita. Mi sono servito[35v]del Signore Marco Ottobon per Segretario, dal quale ho havuto tutto quel servitio, che si poteva maggiore et per esser ornato di ogni nobil qualità farà in tutte le occasioni rara riuscita.

1598 li 21 Ottobre di G.C.

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