Lettera di Carlo Montalenti a Antonio Martini

[p.1] {1r} Torino. Otto maggio 1780.

Lettera del signor Carlo Giuseppe Montalenti al signor Abate Antonio Maria Martini consigliere di Sua Maestà abate di S. Giacomo di Bessa11 Antica Abbazia nel territorio di Biella. . Torino.

Illustrissimo e Reverendissimo Signore Signor Padrone Colendissimo.

Dacchè ebbi l’onore di rivedere la degnissima persona di Vostra Signoria Illustrissima in Roma ed in casa del fu signor Barone di Saint Odile Ministro di Toscana, di cui io ero allora Segretario, non le avanzai mai i miei caratteri, non già per mancanza di quel perfetto ossequio, che fin da’ più giovanili miei anni io le professo, ma unicamente per non incomodarla inutilmente. Ora però mi si offerisce una occasione in cui non posso far a meno di ricorrere a’ di lei favori. Il Signor Canonico Agostino Lipiński della cattedrale di Płocko22 Oggi Płock, città polacca del Voivodato di Masovia. essendo stato spedito in Italia dal fratello del Re di Polonia Monsignor Principe Vescovo di Płocko a raccogliere istruzioni concernenti la disciplina ecclesiastica, ed il buon regolamento di seminari, è stato perciò premurosamente raccomandato da quel prelato all’ Eminentissimo Signor Canonico Giovan Francesco Albani33 Gian Francesco Albani (26 febbraio 1720 - 15 settembre 1803) cardinale, vescovo cattolico italiano. Decano del Sacro Collegio e protettore del Regno di Polonia, il quale non ha ommesso di prestargli tutta l’assistenza pel divisato oggetto e qui, e fuori con sue commendatizie dovunque ha de’ corrispondenti. Nella determinazione in cui è presentemente il suddetto signor canonico di trasferirsi in codesta capitale, oltrecchè il devoto Eminentissimo Signor Cardinale Decano lo raccomando all’Eminentissimo signor Canonico delle Lancie, ho stimato {1v} [p.2] io pure di accompagnarlo con questo mio riverente figlio, con cui mi prendo la libertà di pregare Vostra Signoria Illustrissima a volerlo favorire colla Sua singolar gentilezza, durante la sua dimora costì, come piacendosi di dargli quelle direzioni, e lumi, ch’Ella più di ogni altra è in grado di somministrargli pel fine per cui Egli ha intrapreso il suo viaggio. Io sono persuaso che Vostra Signoria Illustrissima gradirà ch’io le abbia fatto conoscere un soggetto di tanto merito qual si è il suddetto Signor Canonico Lipiński, ma non saranno per questo minori le obbligazioni, ch’io le professerò, per le gentili attenzioni, che gli verrano da lei usate. Riverentemente le partecipo che dopo la grande dolorosissima perdita da me fatta dell’Eccellentissimo Alessandro Albani , che, dopo la partenza da Roma del ministro di Toscana, ebbi la sorte di servire per lo spazio dei sei anni, mi trovo ora all’attual servizio, sempre nella qualità di segretario, dell’ Eminentissimo signor Cardinale Archinto. Mi reputerò maggiormente fortunato, se Vostra Signoria illustrissima continuando a avere per me quella bontà, con cui ha riguardato sempre in passato, ma non solo che il defunto Don Giuseppe mio zio allorché era Ella preside di Superga, si degnerà di onorarmi, come la supplico, de pregiatissimi suoi comandi, nell’adempimento de’ quali, possa io in qualche parte contestarle la mia riconoscenza per tante grazie da Lei compartitemi, e specialmente pel regalo fattomi anni sono dell’eccellente Sua Opera del nuovo Testamento; e frattanto mi rassegno ossequiosamente.

Di Vostra Signoria Illustrissima